COMMISSIONE DISABILITA’
La disabilità pesa tanto: pesa una tonnellata.
Se però la dividiamo in due è già mezza tonnellata.
Se la dividiamo in mille persone diventa un chilo a testa;
se la dividiamo in diecimila, pochi grammi.
CLAUDIO IMPRUDENTE
In queste poche, semplici, parole di Claudio Imprudente del Centro Documentazione Handicap di Bologna è possibile trovare una definizione stringata ma efficace di ciò che il nostro piccolo gruppo di genitori intende quando parla di Commissione Disabilità. Condividere. La disabilità dei nostri figli è una particolarità che caratterizza la nostra vita familiare e oramai noi siamo abituati a conviverci, ci siamo familiarizzati con le stranezze, con la fatica di cercare ogni giorno, per ogni cosa, una via diversa dal “normale” per risolvere i problemi quotidiani seguendo una strada non ancora tracciata. Ma non sono le difficoltà che vorremmo “esportare” presso gli altri genitori o presso la nostra scuola. Noi vorremmo innanzitutto “condividere” con gli altri la particolarità delle nostre vite perché siamo sicuri che in esse ci sia una ricchezza e una profondità tali da non poter essere nascoste solo nelle nostre case. Una ricchezza certamente “pesante”, per tornare alla metafora di Imprudente, una ricchezza che richiede una certa dose di forza per essere portata in giro ma che alla fine compensa della fatica regalando la consapevolezza di esserci addentrati un po’ più a fondo nella conoscenza della natura umana e nella nostra capacità di vivere insieme agli altri comprendendoli e amandoli un po’ meglio.
Siamo sicuri che sia giunto il momento di fare cultura rispetto alla disabilità. E’ vero che sono lontani i tempi in cui le persone cosiddette “diverse” venivano tenute in casa, nascoste dallo sguardo della gente perché ci si vergognava di loro, ma noi sappiamo che non ci si è ancora del tutto liberati dal pregidizio verso la diversità; la cultura popolare vede ancora i disabili come poco più che intoccabili, o, quando va bene, strani, incomprensibili. Le famiglie stesse dei ragazzi con disabilità molto spesso faticano a far uscire i propri figli davvero allo scoperto, faticano a mostrarsi come genitori “diversi” preferendo mimetizzarsi, non apparire e scivolare fuori dalla scena senza essere notati. Noi siamo sicuri che questi genitori invece siano “speciali” e che, proprio perché costretti ad affrontare costantemente difficoltà particolari, abbiano da regalare agli altri abilità inusuali, strategie che possono semplificare la vita di tutti. Vorremmo che questi genitori potessero, qui nella nostra scuola ma anche altrove, dialogare liberamente con gli altri, scambiare, condividere. Sappiamo che la nostra scuola è particolarmente sensibile ai temi dell’educazione alla cittadinanza e che quindi saprà comprendere e accogliere queste nostre istanze, consapevole che una scuola debba insegnare di più che la matematica, la letteratura e… Finiamo quindi con un’altra citazione, “forte” ma molto significativa.
Un preside di liceo americano aveva l’abitudine di scrivere, ad ogni inizio di anno scolastico, una lettera ai suoi insegnanti:
“Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti; bambini uccisi con veleno da medici ben formati; lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiore e università. Diffido – quindi – dall’educazione.
La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti.
La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.”
Da Les memoirès de la shoah di Anniek Cojean
http://www.ucei.it/giornodellamemoria/?cat=6&pag=7
La nostra commissione non è composta solo da genitori di ragazzi con disabilità ma è aperta a tutti coloro che vogliano interessarsi di questi temi. Si riunisce il sabato mattina (non tutti) a scuola o più spesso fuori, gradisce e spesso richiede la collaborazione delle altre commissioni.
Alessandra Airoldi
ti.orebil|argula#ti.orebil|argula