…non sveliamo il programma della giornata.
Venite in compagnia di amici e familiari, estendete quindi l’invito ai vostri contatti secondo le forme che più vi aggradano.
L’iniziativa personale corrisponde ad una delle caratteristiche che manifestarono i ragazzi d’allora, quelli che regalarono la libertà al momento della nascita, a tutti, nessuno escluso.
I ragazzi di ieri che fondarono l’IpR sulla scorta di una storia particolare ci passano il testimone: come, perché, quando > domenica 14 dicembre.
Cordiali saluti
il Consiglio Direttivo IpR
IpR - Via degli Anemoni, 6 - Milano
Quale futuro per il nostro passato?
La storia di noi, cittadini italiani del 2015, ha origini molto lontane. Una complessa serie di eventi ha forgiato la nostra coscienza collettiva.
Il Novecento, secolo breve eppure rivoluzionario, non ha ancora esaurito la sua influenza sul presente. Riferendosi ad una delle più grandi tragedie del secolo appena trascorso, Primo Levi diceva che "…chi dimentica il proprio passato è condannato a riviverlo". Ma neppure quel passato veniva dal nulla; un'epoca ancora precedente ne era la premessa, ed è proprio da lì che vogliamo cominciare questa nostra storia: dalla radice della contemporaneità, per fare in modo di non inciamparvi nuovamente.
Il 28 marzo 1945 il partigiano Amleto Livi, 15 anni, nome di battaglia “Matteotti”, cadde a Invorio (No) in una vile imboscata per mano dei fascisti.
Quella tragedia fu il preludio della speranza, la speranza di una rinascita. L’assassinio di Giacomo Matteotti aveva annunciato nel 1924 a tutti gli italiani la nascita della dittatura fascista; ventuno anni dopo, quando un secondo “Matteotti” venne trucidato dallo squadrismo, gli italiani avevano capito che quella violenza non avrebbe dovuta essere tollerata mai più. Il 29 marzo 1945 il padre di Amleto Livi, Livio, si presentò al Comando di brigata del figlio e prese il suo posto nella Resistenza, per fare in modo che nessun fascismo potesse più governare il nostro Paese.
Dalla vittoria partigiana, resa possibile solo da una tale abnegazione, una nuova scuola, nata dopo la Liberazione, venne intitolata ad Amleto Livi; il Convitto Scuola della Rinascita “Amleto Livi” rappresentava uno degli undici CSR che dal 1945 scolarizzarono migliaia di ex-partigiani, orfani di guerra e dal 1946 adolescenti e adulti che riconoscevano la bontà di quell’impianto didattico e pedagogico. Come nel primo dopoguerra, un nuovo conflitto aveva educato un’altra generazione secondo valori nuovi forgiati dalla lotta armata per Libertà.
Nella sua storia ormai quarantennale l’Istituto pedagogico della da un gruppo di ex-studenti ed insegnanti, raccoglie e testimonia quest'esperienza per costruire uno spazio di dibattito e di confronto aperto, libero e apartitico. L'IpR è un luogo dove impugnare armi nuove, voglia di impegnarsi e la capacità di spingere lo sguardo oltre gli slogan inneggianti a un "futuro" fumoso e incerto, per vivere con consapevolezza il domani senza perdere ciò che eravamo ieri.
Nei primi anni del 1900 l’Occidente ha iniziato a ruzzolare giù dal pendio della civiltà, acquistando man mano sempre più velocità fino a schiantarsi contro l’orrore di quella Grande Guerra di cui ricorre il centesimo anniversario. Fu quell’evento che educò una generazione semisepolta da reduci, eroi e invalidi di guerra, mutilati e penalizzati da stress post-traumatico. Tutto ciò non avrebbe mai dovuto ripetersi, e invece il germe della barbarie aveva attecchito. L’evidenza della Storia dimostra che le conseguenze del primo conflitto mondiale portarono direttamente a tragedie persino maggiori che ci hanno segnato ancora più da vicino, e non solo per ragioni di prossimità cronologica. I genocidi nazistifascisti hanno aperto al mondo intero una finestra sul male assoluto, una ferita che ancora non si è sanata e che certo non potrà cicatrizzarsi finché i fascismi di Mussolini, Franco e Hitler continueranno ad avere degli emuli in giro per il mondo.
La storia che avete letto vi riguarda.
E' una storia che noi chiamiamo Antifascismo.